Padre Fabio, in quest’ultima Domenica di Quaresima si trova in Italia per predicare.
Per il commento al Vangelo ci affidiamo a don Remo Bonola
Parroco di San Luca al Prenestino, ROMA

VANGELO DELLA DOMENICA

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5ª Domenica del Tempo di Quaresima – anno C
17 Marzo 2013

Un’iniziativa strabiliante di Dio: fornire nel deserto gratuitamente acqua abbondante al suo popolo, come segno per farlo uscire da situazioni scabrose di:

  1. Aridità spirituale
  2. Ignoranza
  3. Peccato

Mediante la sua misericordia e il suo perdono.

Un’iniziativa strabiliante di Dio: far uscire l’uomo da situazioni di aridità spirituali, nel deserto della vita.

“ Così dice il Signore: <Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa … per dissetare il mio popolo, il mio eletto>”. (1ª lettura)
Quello, che il Signore ha fatto nel deserto, per dissetare il suo popolo privo di acqua, continua a compierlo, a favore di ciascuno di noi in senso morale, con una strategia in tre mosse:

  1. Aprendo una strada di salvezza con la sua Parola rivoluzionaria, nel deserto della vita quotidiana.
  2. Dissetando  l’uomo ridotto a terra arida dalle molteplici proposte di neopaganesimo imperante, per il quale nessuno può sfuggire al bisogno di Dio. Così infatti prega il Salmo 63 “O Dio! Tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco; di te ha sete l’anima mia, a Te anela la mia carne come terra deserta, arida, senza acqua”.
  3. Facendosi trovare in un luogo singolare: alle sorgenti di un caratteristico Santuario, che è la Chiesa.

E’ nella Chiesa infatti, che l’uomo può trovare le acque risanatrici, quelle dei sacramenti, capaci, per volere di Cristo Gesù suo fondatore, di debellare qualunque specie di aridità morali e spirituali.
Riflessione. Il Signore dunque, mette la sua preziosa acqua risanatrice, a disposizione di chiunque voglia tornare a vivere: società civile, singolo individuo e gli stessi membri della Chiesa. Però non sempre queste tre categorie, trovano la strada facile per farsi risanare. Quali le cause?

  1. Per quanto riguarda la società: stando all’analisi di esperti sociologi: <questa – dicono – tende ad essere sostanzialmente ostile alle fedi, non soltanto a quelle politiche, (vedi la sfiducia e il distacco dei cittadini verso le pubbliche Istituzioni), ma anche a quelle religiose, perché la società di oggi, ha bisogno di persone che consumino e pensino in maniera coerente col nuovo sistema dove prevale più la preoccupazione dell’avere su quella dell’essere>. (Sabino Acquaviva in “Eclissi dell’Europa”)
  2. Per quanto riguarda l’individuo, sempre secondo il sociologo succitato: <questi tende a nascondere la propria religiosità, perché in questa società è faticoso, talvolta doloroso mostrarla […] perché lo schiacciarsi della pubblicità tra l’altro, distrugge valori e ideali di ogni genere, politici, morali e religiosi, sostituendo Chiese e Oratori con i grandi Centri Commerciali, quali nuovi luoghi di aggregazione più moderni>. (S. Acquaviva in Eclissi dell’Europa pag. 176 ss.). L’analisi dei nostri sociologi contemporanei, è fortemente velata di pessimismo. D’altra parte non si può pretendere di più, poiché manca loro la visione trascendentale della storia, nella quale spesso si dimentica, che il Regista principale è Dio nel rispetto della libertà dell’uomo.Infatti i sociologi ignorano, che il Signore può sempre immettere fiumi d’acqua viva, sia nella società, che nell’individuo.L’importante è lasciarsi risanare dalle acque salutari, che il Signore continua sempre a donarci attraverso la Chiesa. Questa, nonostante i mille problemi, ci ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI nel suo struggente commiato, e il Salmo 63 conferma dicendo: “Così nel Santuario (= la Chiesa) ti ho cercato”.
  3. Per quanto riguarda la Chiesa infatti sappiamo, che per volontà del suo fondatore Cristo Gesù, è stata collocata nel mondo, ma solo per essere con il mondo e per il mondo. In che senso?

Quello di essere solidale con l’uomo, con tutte le sue aspirazioni, con i suoi tormenti, con i suoi dolori, con il suo mistero di vita e di morte, unicamente per salvarlo, garantendogli con l’uso delle acque risanatrici (= i sacramenti) un’unica felicità, sia terrena che eterna. E’ questa la missione specifica della Chiesa nella storia, anche se molti la combattono, la deridono, la danno per morta.
A questo proposito mi piace l’arguta osservazione dell’inglese Edmund Burke (1729-1797), quando afferma: <Per il fatto, che una mezza dozzina di grilli sotto una siepe fanno risuonare tutto il campo (quello dell’opinione pubblica) col loro strepito incessante, non dovete credere che quelli che fanno tanto rumore, siano i soli abitanti del campo>. (E. Burke da “Riflessioni sulla rivoluzione francese).

Un’iniziativa strabiliante di Dio per far uscire l’uomo dall’ignoranza sulle cose che contano.

“Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo, mio Signore. Per Lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura per guadagnare Cristo”. (2ª lettura)
Parole forti queste di S. Paolo, che fanno riflettere seriamente quanti idolatrano le cose di questo mondo, oppure idolatrano le possibilità della scienza e della tecnologia, ma ignorano la cosa più importante della vita: conoscere chi è veramente Cristo Gesù e quale ruolo indispensabile abbia per ciascuno di noi in vista della salvezza eterna.
Tant’è, che Gesù stesso solennemente sentenzia: <Quale vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero e poi perderà la propria anima? O, che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?” (Mt. 16,26).
Possedere dunque la conoscenza di Cristo è la cosa più importante della vita, il resto, ha detto bene S. Paolo, è tutto spazzatura.
Qualche anno or sono, ancora cardinale, Ratzinger ebbe a dire: <L’uomo d’oggi è uno per cui il Cristianesimo è un passato, che non lo riguarda, non un passato da rinnegare, non un passato da contestare, ma un passato che non gli interessa>. E quando una cosa non interessa la si ignora pure.

Un’iniziativa strabiliante di Dio: far uscire l’uomo dalla caverna del peccato, con lo sguardo luminoso del suo amore. “ In quel tempo Gesù disse: <Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei> … <Donna! Nessuno ti ha condannata?> Ed ella rispose <Nessuno Signore!> e Gesù disse: <Neppure Io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più!>. (3ª lettura)

Riflessione. In questo toccante episodio del Vangelo, a dominarla scena  dell’accaduto è lo sguardo di Gesù.

  1. Uno sguardo che fulmina i farisei ipocriti e perbenisti, mettendone a modo la malizia e costringendoli a ritirarsi in buon ordine, cominciando dai più vecchi.
  2. Uno sguardo di misericordia e di perdono, che fa risorgere i peccatori pentiti.

Tutto l’episodio di cronaca si sviluppa in cinque fasi:

  1. Gesù sta insegnando nel Tempio
  2. Una squadra di perbenisti gli presentano una donna sorpresa in fragrante adulterio, magari forse anche con uno di loro
  3. L’accusa in termini di legge, quella della lapidazione
  4. Il tranello viene perentoriamente sventato dalla dialettica di Gesù: <Chi di voi […]>
  5. Il perdono e la riabilitazione della donna, che scaturiscono dallo sguardo di amore di Gesù. Come lo sguardo di Gesù ha condannato gli ipocriti e ha perdonato la peccatrice, così deve essere anche il nostro sguardo di: condanna, per chi fa volutamente il male perdono, amore e misericordia per chi vuole redimersi dal male, o si sente trascurato dagli altri. In quest’ultimo caso, lo sguardo è creatore di novità, quando la persona a cui è diretto nel sentirsi amata avverte, che per gli altri è tornata a vivere e a sentirsi importante.

Solo nella misura che sappiamo recepire le acque risanatrici di Dio, dando importanza alle cose che contano nella vita, come l’amore e il perdono per gli altri, solo così potremo distruggere le tante fabbriche di sassi per vederli finalmente cadere dalle mani, di quanti sono sempre maestri pronti a scagliarli contro tutti.

don Remo Bonola