220px-Martin Buber portraitQuel genio di Hermann Hesse, Nobel per la Letteratura 1946, arrivò a scrivere all’autore di questo testo:“è indubbiamente quanto di più bello io abbia letto. La ringrazio di cuore per questo dono così prezioso e inesauribile. Lascerò che mi parli ancora molto spesso”.

Cinquanta paginette e poco più, per ricordarci che diventare un essere umano è un’arte.

Tutto parte dalla domanda delle domande: “Dove sei?”.

Senza la risposta a questa non si va da nessuna parte, non si raddrizza nulla, non si migliora, non si peggiora, non si capisce niente. Il vagare. Che è la condizione di molte esistenze.

Dopo essersi ubicati, cinque mosse suggerite:

  • ritorno a se stessi
  • scelta di un cammino particolare
  • la risolutezza
  • cominciare da sè
  • non preoccuparsi di sè

Un segreto, la perla finale: “là dove ci si trova”.

Ho imparato quattro cosucce che ritengo pietre di fondamento del mio edificio:

  • se vuoi camminare da uomo, parti da una domanda 
  • a quella domanda Adamo si nascose perchè rispondere è faticoso, chiede di assumere responsabilità; tu che farai? 
  • solo se ritorni a te stesso potrai scegliere e scegli se dici no dopo aver detto si
  • il tuo cammino è solo tuo; altri hanno il loro. Se tu non lo intuisci resterà inesplorato
  • non fuggire e non ondeggiare: dove sei c’è tutto ed è il meglio

Scusate se è poco. Grande Buber!

Quasi un manuale di pedagogía, per educare le future generazioni.

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